Parco Naturale del Monte San Bartolo

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Creato da:
Distanza:
20668  m
D+ :
200m
D- :
200m
Inizio:
SP44, 61011 Gabicce Mare PU, Italia
Fine:
SP44, 152, 61121 Pesaro PU, Italia
Città:
Gabicce mare
Nazione:
Italia
Categoria:
Ciclismo su Strada
Descrizione:
La strada panoramica che attraversa il Parco naturale del Monte San Bartolo ci condurrà attraverso luoghi magici, immersi nello spettacolo naturale della falesia fra arte, storia e antiche tradizioni, ove il tempo sembra essersi fermato, lontani da luoghi affollati e rumorosi. Situato tra il porto di Pesaro e Gabicce Mare, il Parco naturale del Monte San Bartolo è il primo promontorio che si affaccia sulla costa adriatica provenendo dal Nord Italia. Molti gli agriturismi dove alloggiare o i camping dotati di tutti i servizi, che vi permetteranno, con brevi spostamenti, di godere giorni piacevoli tra visite artistiche, giornate al mare ed escursioni. Partendo da Gabicce Mare, la prima tappa che incontriamo è il borgo medievale di Gabicce Monte, a 150m sul livello del mare, salendo da Gabicce Mare si arriva a piazza Valbruna a Gabicce Monte, da cui si può ammirare il panorama della falesia e della riviera adriatica fino a Ravenna. Nella piazza si trova la Chiesa di S. Ermete, che custodisce la Madonna del latte e un antico crocifisso ligneo. A pochi chilometri da Gabicce Monte incontreremo subito dopo La baia della Vallugola, meta privilegiata per gli amanti del mare, un piccolo paradiso dell'Adriatico, con la sua spiaggia sassosa e un suggestivo porticciolo turistico. Secondo un’antica leggenda, le acque cristalline della Baia Vallugola nasconderebbero un’intera città sommersa, Valbruna, nota anche come l’Atlantide dell’Adriatico, precipitata in fondo agli abissi in epoca remota e mai più ritrovata. Si tratterebbe di una città di origine romana, i cui resti sarebbero apparsi nel corso della storia sulla spiaggia di Vallugola alimentando la leggenda e la speranza di trovare le tracce di Valbruna. Di tanto in tanto, infatti, riaffiorano dagli abissi strane formazioni dalla forma inequivocabile: capitelli, parti di colonne, pietre. Come se non bastasse, i pescatori, spinte le loro barche al largo in cerca di pesce, giurano di aver visto più di una volta le reti impigliarsi in strane strutture sommerse. Molti i sub che hanno setacciato i fondali marini alla ricerca di qualche reperto archeologico accertando la presenza di strutture le cui forme sono quelle di torri, piazze, parti di muro. La successiva tappa, proseguendo di pochi km verso sud sulla strada panoramica, è l’antico borgo di Casteldimezzo, situato a circa 200m sul livello del mare, che costituisce un balcone naturale da cui viaggiare con lo sguardo verso un ampio orizzonte che va dalle colline dell’entroterra al mare sconfinato. A Casteldimezzo si conserva parte della cinta muraria, percorribile al suo interno attraversando camminamenti pedonali che portano a stupendi punti panoramici, mentre la rocca è oggi scomparsa. Da visitare, inoltre, la chiesa intitolata ai Santi ravennati Apollinare e Cristoforo, dove è conservato un Crocifisso del XV secolo, opera di Jacobello del Fiore di cui una lapide all'interno della chiesa stessa narra l'avventurosa storia del suo ritrovamento. Da vedere è anche la grande tavola posta sopra l’altare centrale, che raffigura una Madonna in trono col Bambino, i Santi Apollinare e Cristoforo ed angelo musicante, opera di F. Zaganelli e databile attorno al 1510. La terza tappa, a pochi chilometri di distanza, è il borgo di Fiorenzuola di Focara denominato originariamente Fiorenzuola, assunse nel 1889 la specificazione di Focara, probabilmente per la presenza nell’antichità di fuochi che segnalavano ai naviganti la posizione, o per la presenza di “fornacelle” dove si cuocevano laterizi e terrecotte (dal dialetto romagnolo fuchèr o fughèr, cioè focare per cuocere i laterizi). Rimangono, quali testimonianze della sua storia,  alcuni resti delle mura medievali con tre dei cinque bastioni che segnavano la cinta muraria pentagonale e  qualche portale del ’600-’700. Interessante anche la porta sulla quale una targa rievoca i versi Danteschi (Inferno XXVIII) relativi ad un fatto avvenuto sul mare antistante. Da segnalare inoltre la chiesa di Sant’Andrea, sulla quale esistono documenti fin dal XII secolo, di cui oggi sopravvive solo il suggestivo campanile con orologio che rintocca il passare delle ore. E’ uno dei quattro castelli (insieme a Casteldimezzo, Gradara e Granarola) edificati tra il X ed il XIII secolo, al fine di costituire un organico sistema difensivo per il controllo del valico della Siligata, nell’area di confine tra la Chiesa Ravennate e la Chiesa Pesarese prima, e tra i Malatesta di Rimini e quelli di Pesaro poi. È particolarmente suggestivo passeggiare per questo piccolo borgo, che conserva intatta nei suoi vicoli e nelle sue piazzette la memoria del passato. È anche possibile tuffarsi nelle acque cristalline sottostanti il borgo, raggiungendo a piedi la spiaggia in 20 minuti circa, tramite una stradina panoramica asfaltata. La quarta tappa, ad una quindicina di chilometri di distanza, è Santa Marina Alta situata alle porte di Pesaro, Si tratta di uno dei borghi storici del Parco San Bartolo, una piccola frazione a picco sulla falesia un tempo nota con il nome di Villa di Cuspisano, è citata in alcuni documenti del ‘600, che riferiscono dell’antico castello sul mare e sviluppano l’ipotesi che si tratti di un centro di commercio via mare con i Greci, risalente al IV° secolo a.C. È possibile, inoltre, visitare la chiesa di Santa Marina Vergine, che si suppone ricostruita in posizione più a valle della falesia per evitare che cadesse a mare. La chiesa ha perso esternamente il suo stile seicentesco, anche se ancora conserva il campanile a torre. Il suo interno è costituito da un’unica arcata ed ospita cinque altari, tuttora corredati dai quadri dei santi a cui sono dedicati. Il Monte San Bartolo si caratterizza per il tratto di costa sul mare in gran parte di falesia viva, ovvero battuta direttamente dal mare e non separata da esso e molto rara in tutto l’Adriatico. Il resto del territorio protetto è costituto dal paesaggio rurale che, fino agli anni ’50, era attivamente coltivato anche in luoghi oggi impensabili, ai limiti del mare. Il Colle San Bartolo presenta dunque due ambienti distinti: la falesia a mare e il versante interno. La falesia emerge dalle basse acque marine e da strette spiagge ciottolose come un susseguirsi ondulato di speroni e valli, intervallate da pareti a strapiombo. Le sommità del promontorio, che sfiora i 200 metri, permette un’ampia visione sulla costa Adriatica e costituisce un paesaggio inusuale rispetto alle coste sabbiose tipiche della Romagna e Marche  settentrionali.

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